Venne inaugurato il 12 gennaio 1905 ai tempi del sindaco Augusto Mombello con il nome di Kurzaal, durante una delle prime sere importanti il dott. Andrea Fileti venne assassinato in circostanze sospette. Gestito per i primi due anni dall’architetto parigino Eugene Ferret, fu un teatro dove si organizzavano feste, ricevimenti, spettacoli e concerti. All’interno di esso era praticato il gioco d’azzardo, come d’altronde accadeva nella maggior parte delle città turistiche, ma senza alcuna autorizzazione ufficiale, solo con il placet delle amministrazioni locali. I primi croupier a operare all’interno della casa da gioco provenivano da Ostenda, in Belgio, dove esisteva una rinomata scuola.

Nel 1927 fu nominato podestà della città di Sanremo l’ingegnere Pietro Agosti il quale, con un lungo lavoro di tessitura, richiedendo anche l’intervento diretto di Benito Mussolini ottenne il Regio decreto del 22 dicembre 1927 che sancì ufficialmente la nascita del Casinò di Sanremo in cui poter praticare legalmente il gioco di azzardo. Il Casinò di Sanremo aprì ufficialmente i battenti il 21 gennaio 1928 con una serata di gala inaugurale. La concessione nel frattempo era stata affidata ufficialmente alla Società Anonima Casinò Municipale di Sanremo diretta da Luigi De Santis.

Subito fu indetta un’assemblea che deliberò l’ampliamento dei locali creando due nuove ali, l’allestimento del salone interno in stile ‘500 e le due cupole laterali visibili sulla facciata. Numerose furono le attività collaterali che si svolsero al suo interno, come il Torneo scacchistico internazionale di San Remo svoltosi nel 1930.

Dal 1913 il Casinò ebbe anche il suo collegamento tranviario: la fermata della tranvia Ospedaletti-Sanremo-Taggia, ubicata di fronte all’edificio, era dotata di binario di raddoppio che fungeva talora, nelle ore serali, da capolinea per servizi speciali dedicati.

Il 14 aprile 1934 la società cambiò ufficialmente nome in Società Anonima Iniziative Turistiche (SAIT). Nell’ottobre dello stesso anno, a causa della morte del cavalier De Santis, le azioni passarono alla moglie Maria Strambini che nei primi mesi del 1935 le cedette al cavalier Angelo Belloni che ne assunse la direzione.

Nel giugno 1940 fu chiuso con decreto del Ministero dell’Interno per via della guerra. Riaprì a conflitto concluso.